La festa più bella dell’anno è alle porte e, seppure in tempi complicati come questi, gli addobbi natalizi creano l’atmosfera, mettono allegria e infondono calore.
L’addobbo principe è senz’altro l’ albero, decorato in ogni foggia e dimensione. Tradizione proveniente dal nord Europa, in origine era un abete illuminato da candele (pericolosissimo!) che nel corso dei secoli si è evoluto con nuovi e sempre più sofisticati materiali, decorazioni e forme.



Anche gli addobbi dentro e fuori le abitazioni si sono fatte via via più ardite e fantasiose tra fiocchi, festoni, sculture in legno, ghirlande e luci di ogni tipo, fino a veri e propri Villaggi di Natale casalinghi. Decisamente un’esperienza su misura per ogni famiglia!




Avendo due bambini non posso esimermi dal “fare l’albero”, evento che in Italia tradizionalmente avviene il giorno 8 Dicembre (dell’Immacolata Concezione). Devo confessarvi però che, personalmente, niente “fa Natale” come il Presepe Lo adoro, da sempre. Mia madre ne creava di meravigliosi; ogni anno con delle modifiche o novità che io mi sedevo per ore da sola a contemplare.
La parola presepe deriva dal latino e significa mangiatoia, la stessa dove sarebbe stato deposto Gesù bambino appena nato, come troviamo anche in inglese crib, in francese crèche, in spagnolo pesebre e in tedesco Krippe
Le prime rappresentazioni della Natività sembra risalgano già al 2° secolo dopo Cristo, in epoca paleocristiana, come evidenziato dalle pitture scoperte nelle catacombe romane. La funzione era quella di illustrare al popolino analfabeta la storia della nascita del Messia, nonché di tramandarla ai posteri.
Il primo esempio di presepe vivente lo dobbiamo invece a San Francesco d’Assisi che nel 1223 realizzò una mangiatoria all’interno di una grotta nei boschi della provincia di Rieti -portandovi solo l’asino e il bue-per spiegare il significato del natale ad una folla riunitasi numerosa.
Forse però non siete a conoscenza del fatto che a Venezia, sulla sommità del portale nord della Basilica di San Marco (la Porta dei Fiori) è scolpito un bassorilievo della Natività praticamente coevo al gesto del Poverello d’Assisi ma in questo caso con tanto di Maria, Giuseppe e bambinello Gesù! Un altro spunto per un’ esperienza su misura con la vostra guida personale ;).
In Italia, per ovvie ragioni di natura religiosa, il Presepe è davvero una tradizione molto radicata e il più conosciuto al mondo è senza dubbio quello napoletano . Le rappresentazioni della Natività non si limitano alla Sacra Famiglia ma si completano di ambientazioni creative di una Betlemme il più delle volte mai vista, scene di vita quotidiana e personaggi tra i più vari. Vi sono mostre, competizioni e festival e gli artigiani si esprimono usando i materiali più disparati come il legno, la cera, l’argilla, il gesso, e via dicendo. Ci sono Presepi con statue a grandezza naturale, ruscelli con acqua corrente e fuoco crepitante ma anche miniature cesellate in maniera certosina. Quasi ogni abitazione ha il suo, dentro o fuori casa, per la gioia di me bambina curiosa e indomita. Insomma, il Presepe va preso seriamente pure oggi, nonostante il dilagare di mode e decorazioni da tutto il mondo.
Tornando a me, ad un certo punto l’appalto per la realizzazione del Presepe passò di mano e visto che nessuno in famiglia voleva prendersi l’incombenza, accettai con eccitazione l’arduo compito. Un lavoraccio!
Prima si appiccica all’angolo di muro prescelto la carta blu con le stelle dorate per fare il cielo, poi si abbozzano le montagne e la grotta con della carta marrone e dei pezzi di legno; si stende allora il muschio (raccolto rigorosamente in montagna l’estate prima) lasciando spazio per spolverare le stradine con la farina integrale (sempre di deserto si dovrebbe trattare, dopotutto, via!), gialla, oppure bianca, in un azzardata interpretazione di una Betlemme innevata! Mettere le luci è il lavoro più difficile, un vero e proprio rompicapo: ogni lucina la sua casina e la sua statuina, perciò nella tua mente devi già avere lo schema finale delle collocazioni. I personaggi, gli edifici e gli animali vengono infatti posizionati alla fine, e quello è il vero divertimento. Tutto deve avere un senso: non puoi mettere la signora con la cesta del bucato o quella col secchio lontane dal pozzo, dai!
Così, senza dimenticare la stella cometa, l’angelo in gloria, ma soprattutto i Re Magi, relegati con i cammelli in un remoto angolino in attesa di migliori tempi epifanici, spegnevo le luci di casa e accendevo quelle del presepio, rimanendo a lungo rapita dal paesaggio che ero riuscita a creare ma soprattutto dalla magia del Natale, che finalmente ci aveva benedetti.

